La Russia arriva al Teatro Grande

Si abbassano le luci, un inchino del direttore d’orchestra lituano Rinkevicius e un’energica e briosa apertura invade il Teatro Grande di Brescia. Questo l’inizio del concerto di ieri per la settimana serata del Festival pianistico internazionale. La celebre orchestra Novosinirsk Philarmonic stupisce fin da subito il grande pubblico con le note del Capriccio spagnolo in la maggiore op. 34, composizione sinfonica del compositore russo Korsakov. Ricchezza di colori, ritmi, dinamiche trasporta il Grande in mondi diversi: da un’invasione di toni vivaci del primo movimento a una leggiadria e delicatezza di suoni quasi come se fosse una danza. Un’opera rapsodica, intervallata da momenti solistici del primo violino, si conclude con il suono potente
delle percussioni e del tamburo basco che interrompono la delicatezza creata per introdurre ad << una vera Spagna russa, di una tracotanza sonora assolutamente delirante>>, così com’era l’intento del compositore. Una danza di archi che si muovono come un corpo unico guidati dalla bacchetta del direttore, conducono lo
spettatore a una dimensione eroica e gloriosa, conquistandolo fin da subito dati i fragorosi applausi. Segue il Concerto n.1 in sol minore per violino e orchestra op. 26, opera del compositore tedesco Bruch, dove il violino solista dialoga con l’orchestra, una collaborazione tra il solo e il tutti dalla grande carica emotiva edespressiva. Grande virtuosismo dello strumento che accompagna il pubblico da un’iniziale disperazione a
una malinconia profonda quasi per un ricordo lontano, che viene riportato alla mente con i suoi dolori più profondi e le gioie vissute in tempi lontani. Un trasporto emotivo e, addirittura fisico, reso possibile dalla fluidità e dall’equilibrio creato.
Lunghi applausi hanno preceduto un intervallo, lasciando il pubblico ancora con il fiato sospeso. Riprende il concerto con la Sinfonia n.5 in do minore op. 67 del compositore viennese Beethoven. Il famoso ritmico e lapidario inciso trasporta il pubblico in un’atmosfera drammatica, di continua lotta, di ribellione espressi dai numerosi contrasti violenti in opposizione a motivi più leggeri e lirici. Un’atmosfera titanica che si conclude
con un fremente ritmo e una vorticosa chiusura. Gli ultimi atti di silenzio, il Grande assapora le note appena concluse. Non è stato deluso il pubblico di ieri, che ha ringraziato l’orchestra per quel viaggio appena terminato, con un lungo applauso pieno di energia. Non ha voluto salutare così il famoso complesso, che ha ha regalato agli spettatori un’esibizione energica, sensuale e, soprattutto, moderna con il celebre brano Libertango del compositore argentino Astor Piazzolla che ha lasciato entusiasti gli spettatori.

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