Leggiadria, delicatezza e un ciclone di suoni ed emozioni: il pianista russo Gregory Sokolov suona a Brescia.

Un pianoforte a coda nero sul palcoscenico, una luce soffusa che lo illumina e l’entrata in scena del Maestro del pianoforte Grigory Sokolov. Così è iniziata, venerdì 12 maggio, la quinta serata del Festival pianistico internazionale al teatro Grande di Brescia. In un silenzio infinito di trepidante attesa e puro ascolto, iniziano a risuonare, senza interruzione tra un brano e l’altro, le note del programma romantico: la Sonata in do maggiore K 545 e la Fantasia e sonata in do minore K 475/457 del compositore austriaco Mozart e la Sonata in mi minore op. 90 e la Sonata in do minore op. 111 del musicista austriaco Beethoven. Tra il pubblico c’è chi tiene lo sguardo sognante rivolto a quell’uomo di straordinario talento, e chi è immerso con la mente in mondi lontani. Si è portati in un’atmosfera magica, quasi poetica: è un’immersione in quel mondo altro di trasporto emotivo che l’emozionante esecutore riesce a creare con un puro e solo pianoforte. Nulla lasciato al caso dal talentuoso Sokolov dall’incredibile presenza scenica; ma un vivo e sentito virtuosismo e perfezione esecutiva. Gli ultimi leggeri e silenziosi tocchi lasciati nell’aria e un momento di silenzio assoluto in cui poter afferrare tutta l’anima e l’essenza della musica appena conclusa, ha preceduto un applauso grandioso e pieno di energia. Un ringraziamento al pianista quello che esprimeva il pubblico battendo le mani, per l’incredibile esperienza mistica appena terminata. Ma non ha voluto salutare così Sokolov, che ha allietato il grande pubblico con altri otto brani musicali di diverso repertorio; omaggio, forse, non troppo gradito viste le numerose uscite dalla sala durante le esibizioni non in programma. Minuti di applausi finali e tre inchini, come al termine di ogni esecuzione, di riconoscenza di Sokolov hanno chiuso la straordinaria serata di ieri. Non resta che attendere la prossima visita del grande maesro per poter ripetere un’esperienza senza tempo che entra nel cuore e che, difficilmente, si dimentica.

 

 

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