Antegenerale de “La Gazza Ladra” alla Scala di Milano

Rullo di tamburi, il sipario si apre e una curiosa gazza, interpretata da un’acrobata travestita di folte piume nere, volteggia sul parco tra movimenti in un cerchio sospeso e arrampicate su una corda. Insolita come ouverture, di regola eseguita a sipario chiuso. Questo e l’utilizzo di marionette come alter ego dei personaggi non in scena, gli espedienti del regista cinematografico Salvatores, che sorprende anche con un finale mai visto fino ad ora.  La scenografia composta da quattro alti edifici accompagna tutta l’azione dell’opera e l’orchestra, diretta da Chailly, riesce ad accompagnare gli episodi più tragici e riflette una forte omogeneità di suono.

A duecento anni dalla prima assoluta del 1817 nello stesso teatro, è stato possibile rivivere la bellezza e l’emozione dell’opera all’interno di un luogo senza tempo.

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